I SOMMERSI E I SALVATI
dal progetto SE QUESTO È LEVI
Regia Luigi De Angelis
Drammaturgia Chiara Lagani
Con Andrea Argentieri
Organizzazione e promozione Ilenia Carrone
Produzione E/Fanny & Alexander
Premio Speciale Ubu 2019 a Fanny & Alexander per il progetto “Se questo è Levi”
Premio Ubu 2019 come miglior attore o performer under 35 a Andrea Argentieri
Più che uno spettacolo un’epifania, l’incontro a tu per tu con uno scrittore che, animato dal vincolo di verità delle sue opere, ci offre la sua esperienza nei lager con una tecnica di testimonianza lucidissima, di scrematura della memoria, con la trasparenza di uno sguardo capace di esprimere l’indicibile a partire dal perimetro apparentemente sereno della ragione.
Andrea Argentieri veste qui i panni dello scrittore Primo Levi, assumendone la voce, le gestualità, le posture e i discorsi in prima persona attinti dai materiali delle teche Rai e dalle molte interviste in voce rilasciate dall’autore in vita. Grazie alla tecnica del remote acting, l’eterodirezione, sperimentata da Fanny & Alexander negli ultimi dieci anni, si cerca qui di comporre un ritratto dello scrittore basato sulla vertigine di una domanda: quanto questa testimonianza è ancora urticante e capace di parlarci tramite il corpo vivo di un attore che si lascia attraversare dai materiali originali a noi rimasti? Può l’epifania di una voce, di un’anima, fissandosi fisicamente con la sua impronta sensibile sulla materia malleabile di un corpo d’attore rinnovare la potenza e la necessaria attualità di una testimonianza?
Sarà un gruppo di spettatori a porre le domande a Primo Levi per dar vita ad una sorta di question time in cui lo scrittore risponderà agli interrogativi più vari ripercorrendo gli attimi della sua prigionia e i complessi rapporti con il popolo tedesco alla luce del suo atteggiamento sempre pacifico, incapace di serbare odio. Lo spettacolo, in forma ampliata rispetto all’originale che si teneva nei Consigli Comunali cittadini, in un momento storico così forte e drammatico per tutti, ci interroga se possibile in modo ancora più evidente sul senso di un’appartenenza comunitaria, sul valore d’antidoto che risiede nella collettività, nella compassione e nell’assunzione di una responsabilità comune sugli eventi della storia, sul nodo della testimonianza, sull’azione del ricordare che riporta a coscienza le ferite, su quel magma svanente che chiamiamo memoria, un serbatoio in continuo divenire, da contrapporre all’indifferenza e alla rimozione lenta del tempo che scorre.
SE QUESTO È LEVI è un ritratto d’attore. È il tentativo di concretizzare l’esperienza del resoconto, a tu per tu con lo scrittore.